Luogo: Fondazione Baruchello
La Fondazione che porta il nome di Gianfranco Baruchello si trova nello stesso luogo, appena fuori il centro urbano di Roma, dove negli anni ’70 egli stabilì uno dei più radicali e coerenti esperimenti di pratica artistica: l’Agricola Cornelia S.p.A. La Fondazione è solo il più recente dei tanti progetti che l’artista ha portato avanti nei suoi cinquant’anni di vita artistica. Ancora oggi è il luogo in cui Baruchello lavora, realizza progetti e ha stabilito il suo archivio e biblioteca. La Fondazione Baruchello racconta e custodisce in sé il corpus e la natura espressiva dell’attività di uno dei più importanti artisti italiani del ’900.
Protagonista della ricerca artistica della seconda metà del XX secolo, Gianfranco Baruchello ha sempre considerato l’arte come sperimentazione radicale. Attraverso l’uso di media e tecniche varie ha praticato la pittura, l’oggetto/assemblage, la scrittura, la poesia, l’azione. Nel corso della sua carriera artistica ha fondato società fittizie, praticato l’agricoltura e la zootecnia e realizzato film sperimentali quali Il grado zero del paesaggio (1963) e La Verifica incerta (1964).
Luogo: Ponte di Nona, Tor Tre Teste
Ponte di Nona è un quartiere periferico della zona est di Roma che rappresenta in modo chiaro il risultato della recente gestione urbanistica pubblica. Il quartiere è infatti uno tra i primi a Roma ad essere stato progettato a partire da zero, secondo una nuova tipologia di convenzione tra enti locali e costruttori. Insieme a quella di Tor tre Teste, è una delle aree dove più chiaramente si è cristallizzato questo tentativo, spesso contraddittorio, di affrontare i problemi dell’edilizia moderna. Un insieme di architetture residenziali affidate ad architetti anche molto noti e qualche sparuto ma importante tentativo di architettura monumentale.
Andrea Jemolo è un noto fotografo italiano di architettura. Ha collaborato con alcune tra le più importanti riviste d’architettura, fotografando le opere monumentali dei grandi architetti moderni e contemporanei. Negli ultimi anni si è dedicato in particolare ad indagare le architetture delle periferie romane con la creazione di una “banca fotografica” sull’architettura residenziale realizzata negli ultimi vent’anni a Roma.
Luogo: Atelier artista, Villaggio Olimpico
L’incontro con Miltos Manetas prende spunto dal suo recente progetto “Medio Sud”, in cui ipotizza un’ideale area geografica in corso di definizione, che rappresenta un anello ibrido rispetto ai concetti estesi di Nord e Sud del mondo. Roma è per Manetas la capitale di questo Sud e, allo stesso tempo, la linea di confine di questa zona ideale.
Miltos Manetas è un artista greco il cui lavoro esplora la rappresentazione e l’estetica della società dell’informazione. Attivo sul fronte dei nuovi media, sia come mezzi che come orizzonte culturale con cui confrontarsi, è fondatore di NEEN un network internazionale di menti creative che include teorici, artisti, programmatori, architetti, designers, compositori, curatori, la cui prerogativa è quella di fare uso delle nuove tecnologie come strumento e soggetto della propria creatività in modo non pre-ordinato.
Luogo: Osteria Bonelli
Con Pratica del luogo Luca Vitone ha iniziato nel 1992 a usare il cibo come mezzo espressivo utile ad impostare alcune indagini sui luoghi. Nel 1997, con Liberi Tutti!, ha creato un itinerario alla scoperta dei luoghi più marginali dello spazio urbano di Roma, utilizzando la storia del movimento anarchico. Per OPEN DOORS ROMA Vitone decide di ritornare sul tema della cultura materiale affrontando la città attraverso il filtro del cibo: incontrarsi seduti intorno a una tavola, in modo conviviale, offre l’opportunità di esperire un viaggio conoscitivo nella memoria collettiva. Una conversazione scandita dal cibo come traccia di percorsi storici e personali.
L’opera di Luca Vitone si confronta con l’insieme dei meccanismi che legano l’uomo contemporaneo, sottoposto a continue trasformazioni, al suo luogo d’origine e all’ambiente con cui entra in relazione. Abbandonate le forme tradizionali d’espressione artistica, Vitone sceglie di pensare le sue opere, che sono spesso azioni o installazioni, con strumenti tipici di altre discipline, quali la geografia, l’antropologia, la sociologia, la musica e la letteratura. In generale nel suo lavoro è costante il tentativo di individuare il modo in cui sia possibile rappresentare oggi il retaggio di una tradizione o di un determinato evento storico o sociale.
Luogo: Rione Parione, luoghi vari
Un incontro come passeggiata metropolitana, tra scienze e aneddoto. Un’esplorazione utile a capire in che modo è possibile modificare la propria percezione rispetto a un’entità complessa come la città di Roma, prendendo come oggetto il suo corpo più vecchio, sovrastrutturato e complesso: il centro storico. La passeggiata diventerà anche lo spunto per la risoluzione di uno o più problemi pratici, con accenni a diverse strategie moderne.
Max Renkel è un artista e collezionista tedesco che vive a Roma da molti anni. Un artista polimorfo che dialoga con la tradizione della pittura e del disegno in chiave personale, tra astratto e figurativo, con particolare attenzione al rapporto tra forma e colore. Oltre alla sua attività artistica, Renkel possiede e colleziona in modo quasi maniacale fotografie, libri d’artista ed ephemera legati a temi e soggetti vari. È proprio grazie a questa sua attività spontanea e costante che, seppur da straniero, Renkel ha tracciato nel tempo una sua mappa della città di Roma.
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